Il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo in data 19 maggio nel quale si narra di un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Vicenza dall’avvocato vicentino Marco Bortolan per denunciare presunte irregolarità nella presentazione delle liste elettorali per il Comune di Vicenza («Amministrative a Vicenza: firme false FdI per le liste? Ne scrive su Il Fatto Quotidiano Francesco Ferasin che ricordiamo nella nostra redazione»). Più precisamente l’oggetto dell’esposto ha per contenuto due file audio inviati via Whatsapp l’11 aprile da un esponente vicentino di Fratelli D’Italia quattro giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle liste.
In un audio si dice “mi bastano i nomi sarò io a firmare”, in altro “Mi basta nome, cognome, data di nascita, luogo, iscrizione nelle liste elettorali di Vicenza e poi farò io la firma. Sono già a tre firme. Veloce manda”. L’autore dei file è tale Daniele Pedrazzoli candidato alle elezioni al comune che ha negato che i file si riferissero alla sua lista elettorale. Del fatto risulta essere informato il sindaco uscente Francesco Rucco che, parlando dell’esposto con il Bortolan l’avrebbe “tranquillizzato” perché la cosa era stata presa in mano da Silvio Giovine assessore e deputato di Fratelli d’Italia.
Se riscontrato il fatto verrebbe a rientrare nella previsione del testo Unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali, che, nel testo in vigore dal 2017 prevede l’ammenda da 500 euro a 2.000 euro avente ad oggetto le false autenticazioni delle sottoscrizioni di liste di elettori o di candidati o la falsa formazione in tutto o in parte di liste di elettori o di candidati.
Espressamente la sanzione è in deroga a quanto previsto dal codice penale che per fatti analoghi prevede la reclusione sino a 6 anni. C’è da chiedersi il perché tale ipotesi di falso venga vista come un reato bagatellare.
Probabilmente il legislatore l’ha ritenuta una prassi corrente, ma non grave.
Eppure va notato come la condotta costituisca una distorsione non indifferente della competizione elettorale.
Il carattere bagatellare della contravvenzione può far sì poi che le procure possano non dare priorità alla stessa nelle indagini con conseguente prescrizione del reato.
Ad ogni modo non resta che attendere l’esito delle indagini nel caso specifico per accertare se il fatto sia vero o meno.
Va rilevato come in caso di positivo accertamento le conseguenze non sono, peraltro, irrilevanti. La falsità della lista può comportare l’invalidità delle candidature e delle conseguenti elezioni degli eletti nella lista di Fratelli d’Italia. Si verrebbe in definitiva ad aprire un contenzioso elettorale che verrebbe ad escludere dalla carica di consigliere comunale gli eletti nella lista di Fratelli d’Italia. Si verrebbe, cioè, a realizzare quanto detto al Bortolan dal sindaco Rucco che se scoppia la bomba, c’è il rischio che Fratelli d’Italia stia ferma un turno. Non si sa cosa potrebbe fare Silvio Giovine.
Qui tutta o quasi la storia in divenire delle elezioni amministrative Vicenza 2023.